Nel saggio Perché guardiamo gli animali? John Berger sottolinea il ruolo primario che hanno avuto gli animali nella presa di consapevolezza di noi stessi e del mondo in cui viviamo. Osservando gli animali abbiamo definito ciò che è umano, ciò che siamo come specie.
Il primo soggetto della creatività umana fu l’animale, il primo simbolo; la spiegazione di una qualità o di un fenomeno ignoto era legata al regno animale. La natura di questo rapporto, profondamente metaforica, ha dato origine all’arte e dunque all’identità stessa dell’uomo.
Oggi gli animali abitano le nostre case, le loro immagini sono dappertutto, eppure stanno scomparendo, sono marginalizzati fisicamente e, di conseguenza, culturalmente. La possibilità di un incontro tra noi e loro diventa sempre più rara.
Insieme agli animali sta scomparendo l’intera zona del visibile, che non era destinata a noi ma coesisteva con l’ordine visibile umano e ci offriva uno sguardo “oltre”, nel territorio essenzialmente misterioso.
L’arte di Liparesi racchiude il desiderio di salvare questa coesistenza, di dare un’espressione alla sua prossimità.
Le composizioni scultoree Bestiary provocano in noi la sensazione, perlomeno momentanea, di essere di fronte a un mistero. Abbiamo davanti una rappresentazione figurativa che diventa simbolica grazie al contesto in cui è collocata.
Osserviamo un materiale, del tutto comune e inespressivo, trasformarsi in una figura animale capace di suscitare una serie di connessioni emotive, rievocare legami dimenticati, alleviare la nostra solitudine come specie.
L’emozione estetica che proviamo di fronte a un oggetto d’arte discende dall’emozione che avvertiamo di fronte alla natura. La scultura di un soggetto animale è un tentativo di ridare centralità ai segni che non vediamo e di tradurre il messaggio ricevuto dall’animale reale.
testo e foto di Yulia Tikhomirova
video di Davide Spina